Brescia

HIV NEWS                                            (comunicato stampa da Università degli Studi di Brescia) 
Conclusa a Brescia la sperimentazione clinica di fase II di un vaccino terapeutico per pazienti infetti da HIV
Si è conclusa di recente la fase di sperimentazione clinica di secondo livello del vaccino terapeutico “AT20” su pazienti infetti dal virus HIV, condotta con successo dal gruppo di ricerca del prof. Arnaldo Caruso, docente di Microbiologia del Dipartimento di Medicina Molecolare e Traslazionale dell’Università degli Studi di Brescia in collaborazione con prestigiosi gruppi di ricerca inglesi, tedeschi e americani. Il successo di tale sperimentazione ed i risultati promettenti ottenuti rispetto  alla sicurezza e alla non tossicità per l’uomo del complesso vaccinale, pubblicati di recente sull’autorevole rivista scientifica “Vaccine” organo ufficiale della International Society for Vaccines, rappresentano oggi una solida speranza per le sperimentazioni cliniche di terzo livello, mirate alla definizione di una terapia.

Il vaccino messo a punto dal Prof. Arnaldo Caruso è solo terapeutico ovvero efficace solo per soggetti già infetti dal virus dell’HIV ed è volto a neutralizzare gli effetti dannosi della proteina p17 del virus HIV, considerata dai ricercatori bresciani la tossina con la quale il virus attacca l’uomo inducendo l’immunodeficit caratteristico dell’infezione virale. I dati ottenuti hanno dimostrato che il complesso vaccinale terapeutico AT20 non abbia effetti collaterali e sia in grado di indurre la formazione di anticorpi capaci di neutralizzare la tossicità della proteina p17 in tutti i soggetti trattati.
La sperimentazione del vaccino AT20 è stata condotta su pazienti volontari HIV sieropositivi, in trattamento antiretrovirale nella sezione di Malattie Infettive degli Spedali Civili di Brescia ed in altri tre importanti centri clinici italiani di riferimento per le malattie infettive a Perugia, Torino e Milano. I pazienti hanno dimostrato di aver sviluppato anticorpi in grado di bloccare ogni attività dannosa della proteina p17 per le cellule del nostro organismo e contrastare quindi la caduta delle difese immunitarie conseguenti all’infezione da HIV, con effetti concreti sulla prevenzione dello sviluppo di gravi patologie HIV-correlate. E’ infatti clinicamente confermato che l’attività della proteina p17 sia centrale nello sviluppo di importanti malattie HIV-correlate quali alterazioni neurologiche, malattie vascolari e tumori che, a dispetto dell’efficacia dei trattamenti farmacologici anti-HIV, sono la principale causa di morte nella popolazione infetta.
La speranza del prof. Caruso e dei suoi collaboratori è quella di bloccare la tossina virale e di conseguire così un totale ripristino delle funzioni del sistema immunitario conducendo il paziente infetto ad una convivenza asintomatica con il virus HIV.